Decreto del fare. Dl atteso in «Gazzetta» lunedì: entro un mese il Dm attuativo per diluire i debiti con Equitalia in 120 pagamenti

Conto alla rovescia per le maxi-rate
Super-dilazione ad alto costo - Percorso più difficile per chiudere gli avvisi bonari
Con la conversione in legge del decreto «del fare» (Dl 69/2013) entra a regime la nuova previsione di agevolazione dei piani di rateizzazione dei contribuenti per i debiti con Equitalia fino a 120 rate. Per diventare operativa questa disposizione necessita tuttavia di un decreto ministeriale da emanare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione la cui pubblicazione è attesa sulla «Gazzetta Ufficiale» di lunedì.
Il punto critico
In realtà, però, il nuovo strumento paga un problema: quello di costare molto. In sostanza è stato previsto un meccanismo di dilazione ampio che arriva al momento della cartella mentre non si è voluto intervenire nello step precedente, quello degli avvisi bonari. Concedere dilazioni più ampie in questa fase avrebbe permesso di dare una chance in più a contribuenti che dichiarano ma non pagano perché non hanno risorse disponibili. Ora, invece, la maxi-dilazione arriva in una fase successiva, si accompagna a costi elevati e intercetta contribuenti probabilmente meno fedeli. Il rischio è che la maxi-dilazione arrivi tardi e sia troppo costosa, visto l'aumento delle sanzioni e il peso dell'aggio. La soluzione, insomma, sembra selettiva, da un versante parzialmente errato.
Il meccanismo
In ogni caso la concessione della dilazione fino a 120 rate potrà avvenire nei casi in cui il debitore si trovi, per ragioni estranee alla propria responsabilità, in una comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica. La norma, a questo proposito, richiede congiuntamente due condizioni: l'impossibilità per il contribuente di assolvere il pagamento del credito tributario secondo un piano di rateazione ordinario (72 rate); la solvibilità in relazione al numero massimo di rate concedibili con le nuove disposizioni. Il beneficio può essere concordato sia ai nuovi piani di dilazione, sia a quelli già in corso, per i quali il debitore voglia richiedere un'estensione. Tuttavia, l'applicazione di queste nuove disposizioni è demandata, come accennato, a un decreto del ministero dell'Economia da adottare entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge di conversione.
Le indicazioni di Equitalia
Equitalia, con una nota del 1° luglio 2013, dava disposizioni ai propri uffici di continuare con le vecchie regole (quindi vecchie rateazioni) sino al decreto attuativo. Da ciò consegue che eventuali richieste di rateizzazione presentate in questi giorni potrebbero essere concesse solo per 72 rate in luogo delle 120 ora previste. Tanto più che per questo maggior arco temporale è necessaria un'istruttoria per attestare la comprovata e grave situazione di difficoltà e a oggi sono ancora sconosciuti valori e documenti che dovrà produrre il contribuente perché gli possa essere concessa.
Il rapporto con gli avvisi
La nuova disposizione riguarda solo i contribuenti il cui debito è già stato trasferito a Equitalia e non anche gli omessi versamenti che possono essere "sanati" con il pagamento degli avvisi bonari. Infatti, quando un contribuente omette di versare quanto dovuto, l'Agenzia invia delle comunicazioni con le quali è richiesta l'imposta, oltre a interessi e sanzioni nella misura del 10 per cento. Gli avvisi bonari possono essere rateizzati in un massimo di sei rate trimestrali per debiti fino a 5mila euro ovvero in 20 rate trimestrali per quelli superiori. Le somme non pagate contenute in questo atto sono poi iscritte a ruolo e da quel momento diventano un credito di Equitalia che, successivamente, procederà con la notifica della cartella di pagamento. Tuttavia, in quest'ultimo atto, le sanzioni sugli omessi versamenti sono triplicate (30%) ed è calcolato anche l'aggio di riscossione all'8 per cento. Ne consegue, dunque, che se da un lato il contribuente con la cartella di pagamento può beneficiare di più tempo per pagare, dall'altro il debito è decisamente superiore.
I mancati pagamenti
Sempre il Dl del fare ha aumentato da 2 a 8 (anche non consecutive) le rate non pagate che possono causare la decadenza dalla rateizzazione. La decorrenza della previsione è immediata: Equitalia ha precisato che troverà applicazione anche ai piani già concessi e in essere alla data di entrata in vigore del decreto. Proprio perché il fine è agevolare il contribuente in momentanea difficoltà, anche coloro che si troverebbero decaduti perché già morosi di oltre due rate possono continuare il proprio piano di dilazione.
Fonte: Il sole 24 ore del 17/8/2013 autore Laura Ambrosi

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