MANOVRA MONTI IN PARLAMENTO

Possibile voto di fiducia sul Decreto «Salva Italia». Nonostante la reazione positiva dei mercati al provvedimento, non sono esclusi ritocchi che potrebbero essere concordati con i partiti.
Domenica scorsa, il Consiglio dei Ministri ha approvato, sotto forma di DL, una manovra correttiva da 30 miliardi di euro lordi. Il testo, dopo l’informativa che il premier ha reso ieri a Camera e Senato, dovrebbe seguire un iter rapido: già da oggi, infatti, dovrebbe partire l’esame alla Camera, per poi ottenere il via libero definitivo del Parlamento entro Natale. L’esame del testo potrebbe essere svolto dalla Commissione Bilancio in sede congiunta con altre Commissioni: l’imperativo infatti è arrivare in Aula il 12 dicembre. Poi, un veloce passaggio al Senato, con l’obiettivo d’incassare il sì definitivo per il 22 dicembre. Il via libera dal CdM ha avuto, come primo effetto certo, una boccata d’ossigeno per i titoli di Stato italiani. La decisione di approvare il DL di domenica, infatti, si è rivelata una mossa positiva per i mercati: ieri si è registrata una stretta sullo spread tra Btp e Bund (375 punti base).
Intanto, però, il Governo si appresta ad affrontare il nodo del passaggio parlamentare. Per ciò che concerne le misure, nulla è ancora certo, considerando la ridda di bozze circolate nelle ultime ore e, tra gli altri, sia le proteste dei sindacati, che hanno annunciato per lunedì prossimo uno sciopero contro una manovra ritenuta “iniqua”, sia i “mugugni” dei partiti. Una situazione che potrebbe portare Monti a una nuova mediazione, pur avendo sottolineato, nell’informativa, l’urgenza dell’intervento, perché le misure sono sì “dolorose”, ma colpiscono “tutti” in eguale misura. L’unica alternativa sarebbe infatti il “baratro” di una crisi che, assieme all’Italia, rischia di trascinare “nell’abisso” l’intera Eurolandia, al punto che il pacchetto, con cui l’Italia “eviterà di fallire” e avrà “maggiore credibilità”, potrebbe essere definito “salva Europa”. Nonostante gli applausi ricevuti in Aula, a parte la Lega, il Governo sa che i partiti che lo sostengono (Pdl, Pd e Terzo Polo) potrebbero volere ritocchi: l’idea, quindi, potrebbe essere quella di concordare alcune modifiche da inserire nel provvedimento, su cui poi potrebbe essere posta la questione di fiducia. L’unica condizione è che l’impianto della manovra non sia stravolto.
Come già anticipato su Eutekne.info, le misure del DL dovrebbero andare dall’anticipazione, a partire dal 1° gennaio 2012, dell’imposta municipale propria (IMU) alla tassazione di auto di lusso (anche se, probabilmente, si sta ancora discutendo sui chilowatt di potenza del veicolo oltre i quali sarebbe dovuta un’addizionale erariale della tassa automobilistica pari a 20 euro), imbarcazioni e aerei, passando, sul fronte della lotta all’evasione, alla riduzione del limite alla circolazione del contante e dei titoli al portatore, che passerebbe a 1.000 euro.
Oltre alle misure in materia di IRAP e di aiuto alla crescita economica (ACE), si ricordano inoltre le disposizioni relative ai trattamenti pensionistici, in base alle quali, dal 1° gennaio 2012, dovrebbe essere applicato a tutti il metodo contributivo per il calcolo delle pensioni di anzianità future e sarebbe previsto un sistema flessibile per l’età di pensionamento. Spuntano invece dubbi, nell’ambito dell’ampliamento delle ipotesi di applicazione dell’imposta di bollo sugli strumenti finanziari, sulla previsione un intervento una tantum, con aliquota dell’1,5%, a carico dei capitali rientrati in Italia con il cosiddetto “scudo fiscale”. 
Accanto a dubbi e critiche, non mancano però giudizi positivi. Confindustria approva una manovra che “andava fatta”, perché “indispensabile a salvare l’Italia e l’euro”. Dal canto loro, anche i commercialisti italiani esprimono una valutazione tutto sommato positiva: “Ci sono misure dure – ha commentato il presidente del CNDCEC Claudio Siciliotti – sulle quali è lecito esprimere più di una riserva, ma questa è una manovra che dà finalmente l’impressione di essere frutto di una sintesi invece che di un’antitesi. C’è una visione d’insieme, che rappresenta comunque un’importante novità”. 
Siciliotti è convinto che, “essendo l’esecutivo in carica da sole tre settimane, sarà capace di metter mano ad altri interventi strutturali e a misure meno timide per la crescita rispetto a quelle varate ieri (domenica, ndr)”. Se, in relazione alla lotta all’evasione, l’accordo sulla scelta di non mettere nuovi condoni è massimo, non si può però dire lo stesso su altri aspetti: “Siamo perplessi da un regime opzionale per partite IVA e società di persone che distoglierà ingenti risorse dell’Agenzia delle Entrate dall’attività di vera lotta all’evasione”. Sulla riforma degli ordinamenti professionali, poi, ha sottolineato che la categoria “non teme scadenze inderogabili, essendo anzi già pronta da tempo per un adeguamento. Ma ci aspettiamo che sia ora il Governo ad attivarsi immediatamente”. 
In conclusione, anche una proposta di “correzione”: “In sede di conversione del decreto, sarebbe opportuno cogliere l’opportunità per sistemare due veri e propri guasti compiuti di recente dalla legge di stabilità, su collegio sindacale e società di capitali tra professionisti, materie sulle quali siamo al lavoro per sensibilizzare Governo e Parlamento”

Fonte: Eutekne

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