IMU - IMPOSTA MUNICIPALE UNICA

I.M.U.
Imu dal 2012 anche sull’abitazione principale.
La Manovra Monti anticipa l’ingresso dell’Imu al 2012 che comprenderà anche l’abitazione principale. Aumentano i moltiplicatori per la determinazione del valore catastale, con un rincaro che in questo modo riguarda solo l’Imu e non colpisce ad esempio le compravendite. 
Il decreto “salva Italia” anticipa l’entrata in vigore dell’IMU al 1° gennaio 2012, che in base alle nuove disposizioni sul fisco municipale (art. 8 d.lgs. 23 del 14.03.2011) avrebbe dovuto fare il suo ingresso nel 2014. A differenza di quanto originariamente previsto, con la manovra anche l’abitazione principale e le pertinenze saranno colpite dall’IMU. Inoltre, a tutto ciò si abbina una rivalutazione del valore immobiliare, data dall’innalzamento dei moltiplicatori da applicare per il calcolo del valore catastale. Ricordiamo, in ogni caso, che il testo della manovra firmato il 6.12.2011 dal Presidente della Repubblica, deve passare ora all’esame del Parlamento.
Cos’è l’IMU
L’Imu è la nuova imposta municipale unica, dovuta dai proprietari di immobili e titolari di diritti reali. L’imposta grava sia sui terreni agricoli sia sui fabbricati siti nel territorio dello Stato.L’IMU sostituisce l’IRPEF e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, e l’ICI. A tal proposito, non è ancora del tutto chiaro se l’IMU sostituirà già dal 1° gennaio 2012 tali imposte, oppure se la fase sperimentale limiterà la sostituzione alla sola ICI. 
La super Imu della manovra Monti
Tre sono i fronti su cui interviene la manovra per quanto riguarda la tassazione sulla casa:
anticipo dell’Imu al 1° gennaio 2012;
prelievo anche su abitazione principale e relative pertinenze;
revisione dei moltiplicatori per il calcolo delle rendite catastali.
L’entrata in vigore dell’IMU, in origine fissata al 2014, viene anticipata al 2012 e dopo una fase di sperimentazione che durerà fino al 2014, andrà a regime dal 2015. 
L’Imu, inoltre, colpirà anche le abitazioni principali: l’aliquota base è del 7,6 ‰ a partire dalle seconde case, mentre l’aliquota è ridotta al 4 ‰ per le abitazioni principali e per i fabbricati rurali. I Comuni avranno la possibilità di alzare o abbassare l’aliquota per le seconde case del 3 ‰ e di far scendere quella per le prime al 2 ‰. 
Per abitazione principale si intende l’immobile:
iscritto nel Catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare;
nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. 
Sono pertinenze dell’abitazione principale quelle classificate nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7 nella misura massima di un’unità per ciascuna categoria, anche se risultano iscritte in Catasto unitamente all’immobile ad uso abitativo. 
I proprietari di una sola abitazione beneficeranno della detrazione d’imposta di 200 €, con la possibilità per i sindaci dei comuni di elevare la soglia fino a concorrenza dell’imposta dovuta (nel rispetto dell’equilibrio di bilancio). 
Anche la determinazione dell’Imu ricalca quella dell’Ici. L’Imu infatti si applica sul valore del fabbricato secondo le rendite catastali rivalutate del 5%, cui vanno applicati alcuni moltiplicatori, che variano in base al gruppo catastale di riferimento. Sono proprio questi moltiplicatori ad essere stati “ritoccati” dalla manovra, comportando di fatto un aumento fino al 60% delle attuali rendite. Ecco i nuovi coefficienti:
160 per i fabbricati del gruppo catastale A (escluso A/10) e per le categorie C/2, C/6 e C/7;
140 per i fabbricati del gruppo B e per le categorie C/3, C/4 e C/5;
80 per i fabbricati A/10 (uffici e studi privati);
60 per i fabbricati del gruppo D (es. opifici);
55 per la categoria C/1 (negozi e botteghe). 
Per i terreni agricoli, invece, all’ammontare del reddito dominicale che risulta al catasto (rivalutato del 25%) si applica un moltiplicatore pari a 120, al posto del precedente 75. 
Grazie a questo intervento lo Stato incasserà dalla tassazione immobiliare almeno 22 miliardi, al posto degli attuali 11, e i Comuni avendo la possibilità di manovrare le aliquote, potranno incassare maggiori entrate per far fronte così al taglio al fondo di riequilibrio del federalismo, disciplinato dal d.lgs. 23 del 2011.
Fonte: Fisco e tasse

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