LIBERALIZZAZIONI E RIFORMA DELLE PROFESSIONI

Tariffe cancellate e tirocinio a 18 mesi, con anticipo nel corso di laurea.
Sarebbero alcune delle misure contenute nell’ultima bozza di DL sulle liberalizzazioni, approvata ieri in Consiglio dei Ministri.
Via le tariffe delle professioni regolamentate, obbligo di preventivo scritto all’atto di conferimento dell’incarico e tirocinio abilitativo ridotto a 18 mesi (con i primi 6 da svolgersi durante il corso di studi universitario, previa apposita convenzione quadro).
È quanto sembrerebbe prevedere l’ultima bozza di DL sulle liberalizzazioni, al capo III (“servizi professionali”), che ha incassato il “via libera” del Consiglio dei Ministri dopo ben otto ore di discussione.
In base al testo rilanciato ieri sera dagli organi di stampa, l’opera di “limatura” realizzata in extremis a poche ore dal CdM non avrebbe apportato modifiche sostanziali su tariffe, preventivo e tirocinio: la nuova versione si presenta, piuttosto, come una sintesi della bozza precedente, e vede confluire in un unico articolo (art. 9) i precedenti artt. 10, 11 e 12.
Stando alle indiscrezioni, quindi, l’art. 9 della bozza di DL approvata (rubricato “Disposizioni sulle professioni regolamentate”), al primo comma imporrebbe l’abrogazione tout court delle tariffe. 
Il successivo comma 2 precisa poi che, “nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, il compenso di professionista è determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del Ministero vigilante”. Come si evince dalla relazione illustrativa della precedente bozza, il Legislatore punta così a eliminare i vincoli alla negoziazione fra professionista e cliente sui compensi dovuti, favorendo la concorrenza. Già nei giorni scorsi, però, la base di commercialisti ha mosso forti critiche al provvedimento, alcune delle quali – e non ultima la lettera di oggi – sono state raccolte anche da questo quotidiano (si veda “Abolizione delle tariffe? Applichiamo già valori molto inferiori ai minimi”). 
Fra le preoccupazioni dominanti, il rischio che i clienti pretendano di ottenere onorari troppo bassi, a scapito della qualità del servizio.
Suscita meno clamore, invece, l’introduzione dell’obbligo di preventivo scritto sul compenso per le prestazioni professionali, la cui violazione costituirebbe illecito disciplinare. A prevederlo è l’art. 9, comma 3, della bozza di Decreto, che illustra dettagliatamente la misura: nel preventivo, il professionista dovrebbe quindi “rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico”. Inoltre, nel preventivo vanno specificati i “dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale”. In linea generale, si legge ancora al comma 3, la misura del compenso dev’essere “pattuita in modo onnicomprensivo”, proporzionalmente all’“importanza dell’opera”.
Un intervento di notevole impatto per le professioni regolamentate (escluse quelle sanitarie) riguarda, infine, la riduzione del tirocinio abilitativo, fissato così dal comma 5 ad un massimo di 18 mesi, di cui i primi sei potranno essere svolti nell’ambito del corso di studi universitario, previa convenzione quadro ad hoc tra Consigli nazionali degli Ordini e MIUR. 
L’obiettivo dichiarato è quello di anticipare l’ingresso dei giovani nel mondo professionale. Mentre non ci sarà alcun cambiamento per i notai, che già dispongono di un tirocinio di 18 mesi con possibilità di anticipo di sei mesi nel corso di laurea, la novità avrà conseguenze per avvocati e commercialisti, che ad oggi prevedono, rispettivamente, un praticantato di due e di tre anni. Lato commercialisti, un passo a favore dell’accesso anticipato era stato compiuto, di recente, con la Convenzione quadro MIUR-CNDCEC del 5 novembre 2010, aprendo alla possibilità di effettuare i primi due anni di tirocinio nel corso di laurea specialistica e il terzo in studio. Con il tirocinio “dimezzato” le cose potrebbero nuovamente cambiare, anche se è ancora troppo presto per fare previsioni. Senza dimenticare, poi, che la norma metterebbe in forse anche la possibilità di esercitare l’attività di revisore legale, attività che, in base alle norme del diritto comunitario, necessita di un tirocinio di tre anni.
Gli avvocati annunciano uno stop di 7 giorni contro il Decreto.
Al momento, le proteste più accorate provengono dalla categoria degli avvocati, che ha proclamato sette giorni di sciopero (23-24 febbraio, i restanti a marzo in occasione del congresso straordinario indetto per il 9 e 10 del mese), oltre a diversi sit-in davanti alle sedi governative e parlamentari, con occupazioni simboliche dei palazzi di giustizia. Nel mirino, la cancellazione delle tariffe e il tirocinio anticipato di sei mesi nel corso di laurea, misura che il Presidente del CNF Guido Alpa ha definito, senza mezzi termini, “scandalosa”.
Fonte: Eutekne

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