UTILIZZO DELLE PERDITE DOPO I CHIARIMENTI DI TELEFISCO

Dando precedenza alle perdite limitate si possono riportare a nuovo quelle integrali.
Nuove regole per il riporto delle perdite 
A seguito delle modifiche che sono state apportate dal D.L. 98/2011, le perdite pregresse anche maturate anteriormente all’entrata in vigore del decreto, possono essere riportate senza alcun limite temporale, mentre prima il riporto illimitato era circoscritto alle perdite che maturavano solo nei tre primi periodi d’imposta dalla data di costituzione dell’impresa. 
Differenza tra le due categorie 
Con tutto ciò la distinzione tra le perdite maturate nei primi tre periodi d’imposta e quelle maturate successivamente, continua ad avere rilevanza in quanto la prima categoria (perdite maturate nei primi tre periodi d’imposta) può essere computata in diminuzione del reddito complessivo dei periodi d’imposta successivi fino a concorrenza del reddito imponibile di ciascuno di essi, la seconda categoria di perdite può essere computata in diminuzione del reddito dei periodi successivi fino all’80% del reddito imponibile di ciascuno di essi. Nell’utilizzo delle due tipologie di perdite, si era ipotizzata la convenienza a utilizzare prioritariamente le perdite integrali e solo dopo le perdite con il tetto dell’80% (Assonime Circolare 33/2011). 
I chiarimenti di Telefisco
Nel corso dell’appuntamento con Telefisco, l’Agenzia delle Entrate ha fornito sul punto importanti chiarimenti e istruzioni; principalmente l’Agenzia ha confermato che l’ordine di utilizzo delle perdite è lasciato alla libera decisione della società, precisando che se si usano entrambe le tipologie, l’80% (tetto per le perdite limitate) si calcola sul reddito lordo (prima dell’utilizzo delle perdite integrali), e in ogni caso le perdite devono essere utilizzate fino a concorrenza del reddito imponibile, cioè la società deve compensare il massimo importo di perdite che le è consentito. 
Individuazione di un ordine di utilizzo - La libertà di scelta di utilizzo delle perdite si traduce nell’individuazione di un ordine di priorità di utilizzo delle stesse, e anche nella combinazione conveniente delle due tipologie di perdite che sono a disposizione. Per ottenere i migliori benefici, bisogna considerare che il tetto dell’80%, che viene calcolato sul valore del reddito lordo, è un valore che non cambia qualunque sia la categoria di perdita che viene utilizzata prima. 
Precedenza alle perdite “limitate” - Sarà conveniente combinare le diverse perdite a disposizione utilizzando prima quelle limitate sorte dopo i primi tre esercizi e comprendendo il residuo reddito con i risultati a compensazione integrale. In tal modo si azzererà o si ridurrà il reddito e si rinvieranno a nuovo le perdite integrali anziché quelle limitate. Nel caso in cui le perdite non riescano ad azzerare il reddito perché quelle sorte nei primi tre esercizi sono inferiori al 20% si dovrà combinare l’intero ammontare delle perdite integrali con un importo preso da quelle limitate entro l’80% del reddito. 
Quindi al di là del tipo di perdite che vengono utilizzate prioritariamente, ciò che di più rileva e che emerge dalla risposta dell’Agenzia, è che il tetto delle perdite limitate compensabili non è pari all’80%, del reddito imponibile al netto delle perdite illimitate, ma del reddito al lordo di tale deduzione.
Fonte: Redazione Fiscal Focus

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