Possibili due abitazioni principali se i conugi risiedono in due diversi comuni

Anche nella norma più chiara e severe c'è sempre uno spiraglio. Così l'articolo 13 del Dl 201/2011, poi reso ancor più restrittivo dal Dl 1672012, consentiva le agevolazioni Imu per l'abitazione principale a una sola casa, nella quale la famiglia risiede e dimora. Ma cosa succede se i due coniugi risiedono e dimorano effettivamente in due diverse case che siano in due diversi Comuni?
Certo una stretta ci voleva perché la prassi corrente dell'Ici, sostenuta da alcune sentenze della Cassazione, era di consentire due residenze formalmente diverse per moglie e marito, una delle quali che di fatto era una seconda casa ma in cui il coniuge era riuscito a ottenere la residenza dal Comune. Nell'Ici non si parlava di dimora abituale e di residenza nello stesso comune (quindi neppure nella casa stessa). In realtà moglie e marito vivevano tranquillamente insieme ma riuscivano a non pagare l'Ici su due case, una delle quali era spesso semplicemente la casa di vacanza. In più, la possibilità di concedere la casa in comodato gratuito a coniuge, figli o fratelli equiparandola alla seconda casa allargava il gioco anche a più di due case.
L'Imu provvisoria, invece, afferma la necessità del doppio requisito (residenza più dimora) e cancella completamente il gioco dei comodati, specificando inoltre che spetta una sola agevolazione per famiglia, sulla casa in cui dimora e risiede il proprietario. Il doppio requisito, in effetti, cancella tutte le finzioni giuridiche, ottenute magari da municipi compiacenti, con le quali le abitazioni principali si moltiplicavano ma una sola era la casa veramente abitata. Ma quali regole vanno applicate se davvero un coniuge ha dovuto cambiare Comune per lavorare e lì si è comprato un'altra casa, dove in effetti vive, riunendosi al resto della famiglia solo la fine settimana o nelle vacanze?
Lo stesso Dl 201/2012, anche nella sua attuale formulazione, sembra consentire il beneficio su ambedue le residenze/dimore, perché in effetti sono abitazioni principali , che si trovano in due comuni diversi. E questa interpretazione è accolta anche dalla bozza della circolare delle Entrate dedicata all'Imu, che in sostanza afferma che il legislatore non ha stabilito le medesime restrizioni quando gli immobili destinati ad abitazione principale siano ubicati in Comuni doversi, perché in questo caso il rischio di elusione è controbilanciato da effettive necessità di dover trasferire la residenza angrafica a dimora abituale in un altro Comune, per esempio, appunto, per esigenze lavorative.
Quali solo quindi, le situazioni in cui due coniugi, pur restando sposati, possono beneficiare ciascuno dell'intere agevolazione per l'abitazione principale, cioè i 200 euro di detrazione più 50 per ogni figlio convivente sino ai 26 anni?
La prima è quella classica: uno dei due coniugi è proprietario della casa in cui risiede e dimora la famiglia e l'altro si sposta di Comune per ragioni di lavoro , acquistando un'altra casa a lui intestata.
La seconda riguarda l'ipotesi di due coniugi, uno dei quali pensionato, che decide di comprarsi una casa in una località di villeggiatura e viverci effettivamente: non potendo però esibire uncontratto di lavoro, in caso di controlli, oltre alla residenza e alle utenze dalle quali emerga un consumo di gas, luce o telefono "medio" e non occasionale, potrà aprire unconto alla banca locale sul quale far affluire la pensione, avendo cura di effettuare prelievi bancomat e acquisti con carta di credito possibilmente nella zona.
Più complesso il discorso in caso di comproprietà: se l'abitazione principale nella quale risieda la famiglia è posseduta per metà dai due coniugi, è chiaro che quello che si trasferisce perderà la sua quota di detrazione per la la casa iniziale, aquistandola invece per quella nuova che comprerà. Se però anche questa nuova sarà in comproprietà, a predere la sua quota di detrazione sarà il primo coniuge, per il quale questa nuova sarà evidentemente una seconda casa. La comproprietà, quindi, va assolutamente evitata per chi cerca di ottenere il raddoppio dell'agevolazione.
Fonte: Il sole 24 ore 13 maggio 2012

Commenti