STUDI DI SETTORE: DIECI PARAMETRI DA CONSIDERARE SE TUTTO E' OK

Studi di settore: dieci parametri da considerare per verificare se tutto è ok
La vera novità degli studi di settore per il periodo di imposta 2011 è certamente rappresentata dalla implementazione degli indicatori di coerenza, parametri ai quali è affidato il compito di intercettare possibili anomalie compilative del modello per la raccolta dei dati.
Da tali anomalie potrebbe discendere una non corretta compilazione, situazione alla quale si connette la mancata concessione dei benefici premiali previsti dal Dl 201/2011, oltre che la possibile applicazione di un accertamento induttivo. I nuovi indicatori di coerenza si differenziano dai precedenti indicatori di normalità economica per il fatto di non determinare alcun impatto diretto sulla ricostruzione dei ricavi di congruità.
Da un lato, dunque, la non coerenza esprime solo una possibile caratteristica negativa del contribuente, mentre dall'altro la non normalità economica riscontra una anomalia e la esprime in termine di maggiori ricavi o compensi.
Il nuovo approccio 
Tale differenza ha sempre determinato un generale disinteresse nei confronti dei vecchi indici di coerenza, anche se l'approccio è destinato a cambiare a seguito degli interventi del decreto Monti. Infatti, la non coerenza determina un possibile controllo fondato sulle risultanze delle movimentazioni finanziarie comunicate all'agenzia delle Entrate e, ove la stessa fosse associata alla non congruità, un accertamento prioritariamente orientato all'utilizzo delle indagini finanziarie.
Come tali indicazioni si tradurranno all'atto pratico non è dato sapere, ma ciò che conta è sensibilizzare l'attenzione sulla possibile rilevanza delle suddette anomalie. I nuovi indicatori (sono dieci in tutto) non sono di difficile comprensione, essendo rivolti a intercettare anomalie di compilazione abbastanza diffuse. 
Rimanenze e vendite 
Si toccano molte variabili rilevanti, prima fra tutte quella delle rimanenze di opere e servizi di durata ultrannuale. L'anomalia consiste nell'indicazione di tale dato in relazione ad attività che solitamente non sono interessate da lavori di durata superiore ai 12 mesi. Si riscontrano, poi, tre indici relativi al costo del venduto, da intendersi come somma algebrica tra gli acquisti, le esistenze iniziali e le rimanenze finali.
Il primo è relativo al dato generale ed evidenzia l'anomalia ove il costo del venduto è inferiore a zero, come a dire che il valore delle rimanenze finali eccede gli acquisti e le esistenze a inizio periodo (con evidente eccesso di valorizzazione di queste ultime). Il secondo è di costruzione identica, sia pure se riservato a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso (tabacchi, carburanti, schede telefoniche, ecc.): anche in questo caso il valore inferiore a zero determina una situazione certamente non corretta.
Il terzo indice, invece, intercetta un soggetto che vende sottocosto (comportamento antieconomico), poiché scatta quando si contrappongono un ammontare dei ricavi lordi inferiori al costo del venduto, sempre con riferimento a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso.
Un ulteriore indice riguarda i soli studi che, per loro natura, non sono relativi ad attività che trattano prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso. In tal caso, l'anomalia è costituita dalla rilevazione di una voce di costo o ricavo relativa a tali prodotti. Tale voce, infatti, potrebbe determinare una sorta di riduzione sul risultato finale di congruità per effetto di parametri di riduzione proposti dal software, necessari a sterilizzare la presenza di attività a ricavo fisso o ad aggio che, invece, non sono proprie del contribuente. In altre parole questo indice consente di individuare quelle attività che, senza averne diritto, beneficiano dell'abbattimento dei costi previsto da Gerico se si esercitano anche attività ad aggio.
Beni strumentali 
Seguono quattro indici relativi ad anomalie sui beni strumentali utilizzati. Si può trattare della mancata esposizione delle spese per la disponibilità di beni in locazione o noleggio (oppure in leasing), accompagnata dalla indicazione del valore dei beni stessi, oppure, viceversa, della indicazione delle spese per ammortamenti o leasing, non accompagnata dalla esposizione dei valori dei relativi beni. Gli uni e gli altri parametri sono legati tra loro a doppio filo, poiché è evidente che la presenza delle spese richiede l'esistenza del valore dei beni e, viceversa, la presenza del valore dei beni è normalmente associata al sostenimento di costi.
Tali verifiche sono possibili in virtù del fatto che il modello degli studi richiede la separata evidenza di taluni dettagli rispetto ai valori totali (ad esempio, nel valore complessivo dei beni si indicano quelli propri, quelli in comodato, quelli in affitto o noleggio, quelli in leasing, ecc.).
Forza lavoro 
Infine, l'ultimo indicatore è relativo alla mancata considerazione della forza lavoro occupata dall'azienda. In particolare l'analisi si basa sugli associati in partecipazione che apportano solo lavoro, la cui presenza è tradita dalla indicazione dei relativi compensi nel quadro dei dati contabili, senza alcuna indicazione numerica nel quadro A del modello. La segnalazione è necessaria in quanto la nota metodologica, per ciascun cluster, associa ai soggetti che apportano lavoro in azienda un determinato stock di ammontare di ricavi che, ovviamente, incide sul risultato di congruità.
Fonte: Il Sole 24 ore autore Sergio Pellegrino

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