Lettere pazze: non si ferma l’invio

Premessa – Continua l’invio di lettere sbagliate da parte dell’Agenzia delle Entrate. Alcune missive sulle anomalie degli studi di settore hanno per oggetto la richiesta di spiegazioni circa il mancato invio degli studi di settore da parte dei contribuenti minimi (che come noto sono completamente estrai alla disciplina). 
Lettere dell’Agenzia delle Entrate - L’Agenzia delle Entrate sta inviando delle lettere per segnalare le anomalie riscontrate nella compilazione degli studi di settore. Le comunicazioni vengono recapitate al contribuente mediante il canale Postel. Il recapito della comunicazione dell’anomalia, in formato cartaceo, è effettuato presso il domicilio indicato dal contribuente. Mentre per l’intermediario, l’invio avviene mediante modalità telematica. 
Scopo delle lettere - Il fine delle lettere sarebbe quello di dissuadere i contribuenti a ripetere per il periodo d’imposta 2011 dei comportamenti che, altrimenti, li inserirebbero automaticamente in apposite liste di controllo. In vista, infatti, della compilazione delle dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta 2011 un suggerimento da parte del Fisco potrebbe anche rivelarsi utile. Ma come abbiamo segnalato nei giorni scorsi non sempre la lettera raggiunge questo risultato. 
Lettere con errori – E’infatti emerso che molte di queste lettere sono sbagliate e tra gli errori più frequenti figura quello della richiesta di spiegazioni a chi gli studi di settore non era proprio tenuto a compilarli in quanto esclusi ai sensi dell’art. 10 comma 4 delle Legge 146/1998. Più precisamente tali contribuenti si distinguono in più categorie: si va dai contribuenti esclusi dagli studi di settore ma tenuti a compilarli a fini statistici ai contribuenti che non compilano proprio il modello ma al contrario sono tenuti ad allegare il modello Ine (indicatori di normalità economica) per finire con in contribuenti che non allegano alcun modello (ne studi di settore ne Ine). Una cosa però caratterizza tutti questi contribuenti: sono tenuti a compilare il modello Unico indicando al primo rigo dei quadri RE RG o RF (a seconda della categoria reddituale) il codice che identifica la causa di esclusione. In sostanza essendo l’adempimento molto simile a quello dei contribuenti soggetti agli studi di settore la svista tutto sommato si può ritenere non così grave. 
Contribuenti minimi – Ben più peggiore si può invece ritenere l’errore se le spiegazioni all’omissione degli studi di settore vengono richieste ad un contribuente minimo. Come noto, infatti, ai sensi dell’art. 1 comma 113 della Legge 244/2007 (Finanziaria per il 2008) tali contribuenti sono completamente esclusi dalla disciplina sugli studi di settore. Per tali soggetti non è stato tuttavia identificato uno specifico codice di esclusione in quanto i contribuenti minimi devono dichiarare il reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo compilando esclusivamente il quadro CM nell’ambito del quale non è prevista l’indicazione dell’esclusione dagli studi di settore considerando che tutti i contribuenti che compilano tale quadro sono comunque esclusi dagli studi di settore. Le istruzioni al modello Ine confermano inoltre che i contribuenti minimi non devono compilare nemmeno tale modello. Si sottolinea inoltre il fatto che l’esclusione dagli studi di settore è difficile da trascurare per tale regime agevolato in considerazione del fatto che e’ stato uno dei punti che più ne hanno incentivato l’adesione (oltre che l’esclusione Irap e l’imposta sostitutiva Irpef del 20%). 
Conseguenze per il contribuente e per il professionista – Ora di fronte all’ennesimo errore dell’Agenzia delle Entrate il contribuente sarà tenuto a rispondere all’Amministrazione Finanziaria (onde evitare di finire in liste selettive ai fini del controllo) per il tramite del suo professionista sostenendo costi aggiuntivi e aggravi di lavoro.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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