Studi di settore: presenza anomala di costi

Per le imprese che indicano costi relativi ad aggi o ricavi fissi scatta l’indicatore


Premessa – Con il nuovo indicatore di coerenza “Presenza anomala di costi o ricavi relativi a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso” sotto osservazione le imprese che indicano, nel modello per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore, costi o ricavi relativi a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso. In particolare, il contribuente risulta incoerente quando, nel modello degli studi di settore, almeno una delle variabili relative alle attività ad aggio o ricavo fisso risulta essere maggiore di zero. 
La correttezza dei dati - A partire dal 2011 chi soddisfa la triplice condizione (fedeltà, congruità e coerenza) potrà accedere del regime premiale previsto dall'articolo 10 del D.L. 201/2011. In quest'ottica, però, la coerenza diventa ancora di più decisiva rispetto al passato. A presidio della coerenza c'è una doppia serie di indicatori: quelli di normalità economica, ai quali si associa (in caso di anomalia) un incremento dei ricavi o compensi di congruità (per punire irregolarità); e quelli di coerenza (veri e propri) che invece fanno emergere solo probabili irregolarità di esposizione dei dati, senza però influire sulla congruità. 
Indicatori di coerenza – Per quanto riguarda quest’ultimi il D.M. 26 aprile 2012 istituisce ben dieci nuovi indicatori volti essenzialmente a contrastare possibili situazioni di non corretta compilazione dei modelli dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi di settore. Si tratta di indicatori in parte noti agli operatori del settore, in quanto già utilizzati per le segnalazioni telematiche inviate ai contribuenti in presenza di gravi anomalie nella compilazione dei modelli. Per altre tipologie di indici si parla invece di veri e propri debutti. Le note allegate al citato decreto contengono le specifiche tecniche e metodologiche di costruzione di ognuno dei dieci indicatori. 
Presenza anomala di ricavi o costi relativi a Ricag – Tra questi si evidenzia l’indicatore di coerenza “Presenza anomala di costi o ricavi relativi a prodotti soggetti ad aggio o ricavo fisso”. Lo scopo dell’indicatore è quello di evitare che siano indicati valori relativi a prodotti RICAG per attività che non dovrebbero avere tali elementi contabili. L’indicatore non è applicato per quelle attività in cui è plausibile l’esistenza di prodotti RICAG. A tal fine, come evidenziato nella Nota tecnica, l’indicatore in esame è applicabile se il codice relativo all’attività principale o quello di un’attività secondaria indicata nel prospetto multiattività appartiene a uno degli studi elencati nel Decreto. In pratica per gli studi elencati non si verifica mai l’incoerenza rispetto a tale indicatore, in quanto è considerata “normale” l’esistenza di aggi o ricavi fissi, come ad esempio per l’attività di bar, ristorante, albergo, commercio al dettaglio di alimentari, tabacchi, giornali, carburanti. In tal caso è consigliabile compilare il prospetto multiattività anche se non obbligatorio.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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