Appalti: stop a responsabilità solidale

Blocco da parte del Governo Letta della disciplina nell’art.54 del “Decreto del fare”
L’Esecutivo entro sabato 15 giugno 2013 approverà la bozza del c.d. “Decreto del fare”, la quale prevede all’art.54 l’abrogazione della modifica normativa introdotta dal Governo Monti, perché inutile ai fini del contrasto all'evasione fiscale, costosa e discriminatoria per le imprese.
La disciplina - Il D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla L. 7 agosto 2012, n. 134, ha previsto, a carico dei soggetti IVA committenti e appaltatori, l’obbligo di verificare che le rispettive controparti contrattuali (appaltatori e subappaltatori) provvedano al versamento delle ritenute fiscali sui redditi dei lavoratori dipendenti e dell’IVA dovuta in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito dei rapporti di appalto e subappalto.
Le richieste di abrogazione - La pubblicazione della Circolare Assonime n. 18, avvenuta ieri 12 giugno 2013, è risultata quasi profetica. L’Associazione ha, infatti, sottolineato l’onerosità di questa normativa, che in sostanza affida oneri di controllo improprio alle imprese committenti e agli appaltatori.
Alcune Associazioni di categoria hanno, nei mesi scorsi, proposto l’abrogazione della stessa e presentato denuncia alla Commissione Europea per la dubbia compatibilità con la normativa comunitaria in materia d’IVA.
Se Assonime chiedeva l’emanazione di ulteriori chiarimenti e istruzioni pratiche per eliminare ogni ostacolo alla corretta e sicura applicazione di una normativa già di per sé onerosa per le imprese, il Governo Letta risponde addirittura con l’abolizione della stessa.
Le novità del Decreto - La norma introdotta dall'Esecutivo Monti viene ora cancellata, insieme alla sanzione da 5.000 a 200.000 euro gravante sul committente. Lo stabilisce l'articolo 54 del provvedimento di semplificazioni che il Governo intende varare entro il weekend.
La bozza ha acquisito già il parere favorevole del Tesoro e l'allegata relazione spiega che la disciplina della responsabilità solidale fiscale, pur perseguendo l'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale, con attenzione al fenomeno dell'utilizzo di lavoratori in nero, si dimostra inefficace e produce al contempo pesanti oneri amministrativi sulle imprese oneste.
Infatti, la verifica dell'esistenza di rapporti di lavoro in nero non potrà mai essere accertata dal professionista, ma solo da un effettivo controllo sul territorio da parte dell'Amministrazione finanziaria.
E il meccanismo dell'autocertificazione conferma l'inutilità dell'adempimento perché chi evade sistematicamente l'Iva o impiega lavoratori in nero non ha alcuna remora a dichiarare il falso.
Inutili oneri in capo alle imprese - La norma ha quindi avuto l'effetto pratico di obbligare le imprese che stipulano contratti di appalto e subappalto a introdurre costose procedure interne, soprattutto sull'Iva e di nessuna utilità ai fini del contrasto dell'evasione fiscale o dell'impiego di lavoro nero, mentre ha causato la sospensione dei pagamenti da parte dei committenti a favore di appaltatori e subappaltatori, aggravando la situazione in cui si trovano le imprese. La vecchia norma è anche in contrasto con l'orientamento europeo e discriminatoria nei confronti degli appaltatori e subappaltatori italiani in quanto essa rende più favorevole per i committenti affidare le commesse ad appaltatori esteri.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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