STUDI DI SETTORE. Sette su dieci tagliati fuori dal regime premiale

Bonus ancora per pochi. L'allargamento della base per l'accesso al regime premiale da 55 a 91 studi di settore amplia il numero dei potenziali destinatari rispetto all'anno scorso ma continua a tagliare fuori circa il 70% dei contribuenti. Solo 1,1 milioni (su un totale di 3,5 milioni che devono compilare Gerico) possono almeno aspirare a ottenere uno scudo dagli accertamenti facili. È la stima sulla base delle ultime statistiche fiscali sugli studi di settore disponibili.
Il regime premiale garantisce una serie di tutele: dall'aumento della franchigia per il sintetico (un terzo invece che la soglia ordinaria di un quinto) alla preclusione di ulteriori controlli sulla base di presunzioni semplici. La platea potenziale è, quindi, più vasta rispetto a quella dello scorso anno quando poteva sperare di essere ammesso circa il 18% del totale (si veda Il Sole 24 Ore del 23 luglio 2012). In realtà, al requisito dell'appartenenza agli studi "agevolati", ci sono poi gli ostacoli della congruità e della coerenza per essere ammessi. Ragione per la quale l'anno scorso solo in 200mila (meno del 6% del totale dei contribuenti soggetti a studi e un terzo dei potenziali aspiranti) hanno, poi, effettivamente ottenuto il bonus (si veda Il Sole 24 Ore del 31 maggio scorso).
Non è tutto. Circoscrivendo il campo al bonus relativo all'aumento della soglia di scostamento per redditometro e accertamento sintetico, occorre riferirsi solo agli studi di settore applicabili alle persone fisiche. Di conseguenza il numero dei soggetti interessati dal bonus si riduce a soli 480mila posizioni per il 2012 (13% del totale). Altro aspetto poi da non sottovalutare è che nessuno dei benefici riguarderà lavoratori autonomi, perché non sono compresi nell'elenco delle 91 categorie ammesse. Questi studi di settore sono stati individuati tra quelli per cui risultano approvati una serie di indicatori di coerenza economica che possono garantire la maggior fedeltà dei dati dichiarati dal contribuente (la coerenza riscontrata su più ambiti dovrebbe, infatti, essere garanzia di affidabilità contabile della posizione) e tra quelli che rientrano in settori di attività caratterizzati da una riduzione del sommerso che dovrebbe essere la conseguenza di una modifica virtuosa dei comportamenti dichiarativi dei contribuenti.
Al di là del filtro preventivo, i maggiori limiti sono rappresentati dal meccanismo "selettivo". La norma premiale, infatti, si applica a condizione che lo studio di settore dia un resoconto di congruità e coerenza sulla singola posizione con un obbligo di coerenza con riguardo sia agli indici che agli indicatori di normalità. Secondo le Entrate la scelta di adeguamento in dichiarazione dei ricavi contabili a quelli che tengano conto dell'anomalia segnalata dagli Ine (indicatori di normalità economica) resta ininfluente sulla possibilità di accedere al regime di favore.
Anche se si fossero superati questi due ostacoli, c'è poi l'insidia dei controlli sul campo del contenuto dei modelli. Nel riconoscimento della norma di favore, sono tollerati errori nella gestione delle informazioni richieste dal modello ma solo a condizione che le inesattezze o le omissioni non comportino la modifica dell'assegnazione ai cluster, del calcolo dei ricavi stimati, del posizionamento rispetto agli indicatori di normalità e di coerenza. Nella pratica, però, anche piccole differenze nel l'esposizione delle informazioni "strutturali" nel modello possono comportare effetti sostanziali sulle stime effettuate da Gerico. È il caso – molto frequente – degli studi di settore che assegnano il contribuente a più cluster in virtù del sistema adottato. Andrebbe chiarito che eventuali errori commessi dal contribuente nella compilazione del modello non decisivi per il resoconto di congruità e coerenza debbano essere considerati ininfluenti per la verifica della «fedeltà dichiarativa».
Fonte: Il sole 24 ore autore Gian Paolo Ranocchi

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