Registro Revisori: anche l'ANDOC contro i nuovi adempimenti

I destinatari sono gli stessi e identica è anche la richiesta: annullare (o quantomeno semplificare) gli adempimenti che impongono di inviare telematicamente, entro il prossimo 23 settembre, tutte le informazioni relative al Registro dei revisori legali.
Dopo l’ODCEC di Siracusa, dunque, (si veda “Registro revisori, il Ministero non può chiedere due volte gli stessi dati” dell’8 agosto) anche l’ANDOC scrive al Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e a quello della Funzione Pubblica e della Semplificazione, Gianpiero D’Alia.
Una missiva con cui l’associazione guidata da Amedeo Sacrestano ricorda che quanto disposto dai decreti attuativi del DLgs. 39/2010 (DM 144/2012, 145/2012, 146/2012) e dalla conseguente determina della Ragioneria Generale dello Stato, impone ai soggetti interessati degli adempimenti “eccessivamente onerosi”, specie se rapportati alle finalità che ci si prefigge di raggiungere, “ovverosia la conferma dei dati già abbondantemente nella disponibilità della Pubblica Amministrazione”.
Al di là delle modalità di invio delle comunicazioni, che pure “risultano di non immediata gestione”, è quindi ancora una volta l’utilità dell’adempimento in sé a suscitare perplessità: “È noto – continua la missiva firmata da Sacrestano – che tutti i revisori legali già precedentemente iscritti nel Registro avevano in precedenza comunicato a detto archivio pubblico i loro dati. Inoltre, anche gli incarichi ricoperti dai singoli revisori sono già nella disponibilità della Pubblica Amministrazione, all’interno del Registro delle imprese”.
Per questo, l’associazione sindacale chiede che sia direttamente la società che gestisce il Registro, tramite Ragioneria Generale, ad incrociare le banche dati e ottenere, da sola, almeno una parte delle informazioni richieste. In questo modo, se non eliminarli del tutto, l’Amministrazione potrebbe quantomeno rendere più “leggeri” gli adempimenti, magari predisponendo “un completo riepilogo dei dati per singolo iscritto, e chiedendone a questi la conferma o la modifica attraverso più immediate procedure informatiche (anche un mero invio alla casella Pec)”.
Come l’ODCEC di Siracusa, anche l’associazione nazionale dottori commercialisti conclude la sua lettera con un riferimento al Codice dell’Amministrazione Digitale: “L’adempimento richiesto dall’art. 17 (del DM 145/2012, ndr) – viene ricordato – appare in contrasto coi principi del DLgs. 82/2005. Tale conflitto, se non dai dati letterali della norma, risulta evidente a chi ritiene che il rilancio del Paese passa anche, e soprattutto, attraverso l’accrescimento dei livelli di efficienza della Pubblica Amministrazione e l’eliminazione degli adempimenti amministrativi non necessari, di modo che le energie di tutti possano concentrarsi sulla creazione del Valore per la collettività”.
Fonte: Eutekne autore Amedeo Sacrestano

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