Perdite su crediti: cade l'obbligo di dimostrare gli elementi certi e precisi

La cancellazione in bilancio dei crediti, operata in applicazione dei corretti princìpi contabili, rende deducibile la perdita, attribuendole quella connotazione di «certezza» richiesta dal Tuir. 

È quanto emerge dalle modifiche proposte all'articolo 101 del Tuir dal disegno di legge di Stabilità per il 2014 che, all'articolo 6 comma 18, prevede la sostituzione dell'ultimo periodo dell'articolo 101, comma 5 del Tuir con il seguente: «Gli elementi certi e precisi sussistono inoltre in caso di cancellazione dei crediti dal bilancio operata in applicazione dei principi contabili».
La novità, che parifica i soggetti non Ias con gli Ias adopter, è di particolare rilevanza perché consentirà, se approvata, di ridurre i numerosi contenziosi che si originano per effetto dell'attuale normativa e delle relative interpretazioni spesso restrittive da parte dell'agenzia delle Entrate e della Cassazione. È infatti piuttosto frequente, nel corso delle verifiche, che gli uffici riprendano a tassazione lo stralcio dei crediti, ritenendo "non definitiva" (o comunque non provata) la perdita, che viene assimilata a una sorta di liberalità dell'imprenditore. E ciò, in un momento in cui i mancati incassi sono all'ordine del giorno, crea problemi a non finire. Va detto che la circolare 26/E/2013 ha già fatto notevoli passi avanti per riconciliare il "binario" civilistico con quello fiscale, ma è il dettato normativo a essere eccessivamente indeterminato. Grazie alla previsione della legge di stabilità, in presenza di eventi realizzativi del credito che ne determinano la cancellazione dal bilancio, sarà quindi possibile dedurre le perdite su crediti senza dover dimostrare la presenza degli elementi di certezza e precisione.
È però opportuno sottolineare che anche con l'entrata in vigore di questa modifica al Tuir l'amministrazione finanziaria potrà disconoscere la deducibilità delle perdite su crediti qualora sia stata ottenuta attraverso un'errata applicazione dei principi contabili. In generale, è necessario eliminare un credito in bilancio in tutti i casi in cui viene meno il diritto al suo incasso. Le principali fattispecie consistono nella cessione pro soluto del credito, nella rinuncia al suo incasso, nella chiusura della procedura fallimentare, nella transazione e nell'intervenuta prescrizione (quest'ultima fattispecie è già espressamente prevista dal Tuir come presupposto per la deducibilità della perdita subita). Il principio contabile Oic 15 in vigore prevede, con riferimento ai crediti ceduti senza azione di regresso (pro soluto), che questi crediti, «per i quali il rischio d'insolvenza è trasferito al cessionario nella sostanza, ancorché diversamente qualificati, devono essere rimossi dal bilancio e l'utile o la perdita devono essere riconosciuti per la differenza tra il valore ricevuto ed il valore cui erano iscritti in bilancio». Va sottolineato che, nell'ambito del processo di emanazione dei nuovi principi contabili nazionali da parte dell'Oic, la nuova bozza di Oic 15 non ha preso in esame le fattispecie di cessione del credito, che saranno oggetto di un documento specifico che sarà messo prossimamente in consultazione. Andrà chiarito se alla "cancellazione" richiamata dalla proposta normativa sia assimilabile l'integrale svalutazione, operata con un accantonamento al fondo di un importo pari al valore nominale del credito; in questo modo, la perdita diverrebbe fiscalmente deducibile non solo a seguito di "eventi esterni", ma anche di valutazioni interne.
Fonte: Il sole 24 ore autori Fabrizio Bava Giorgio Gavelli

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