730 precompilato: più del 70% sarà da integrare

Il 730 precompilato, previsto dal 2015 dai decreti di semplificazione approvati dal governo in attuazione della delega fiscale e ancora in attesa del via libera definitivo, avrà bisogno ancora di un periodo per la messa a punto. 
L’Agenzia delle Entrate prevede che ci vorranno ancora due anni per poter arrivare a 730 precompilati completi di tutti i dati. Nel 2015 infatti più del 70% dei modelli inviati “a domicilio” dovrà essere integrato con altri dati. 
Saranno infatti inclusi nel modello i redditi da fabbricato, i dati che arriveranno attraverso la Certificazione Unica dei redditi, in aggiunta a molti oneri che danno diritto a deduzioni e detrazioni (interessi passivi sui mutui, premi di assicurazioni sulla vita, causa morte e contro gli infortuni, contributi previdenziali o assistenziali, contributi per forme pensionistiche complementari), ma non verranno inserite le spese mediche. Per queste ultime, infatti, si dovrà aspettare il 2016 quando, tra gli altri, Asl, aziende ospedaliere, farmacie saranno tenuti a comunicare le spese sanitarie dell'anno precedente. 
L’Agenzia delle Entrate, infatti, dal 2016 stima di abbattere notevolmente la quota di 730 da integrare a circa il 45%, tenendo conto che nel restante 55% potrebbe esserci una parte di dichiarazioni precompilate da modificare. 
Solo nel 2017 si stima di arrivare alla compilazione di 730 non soggetti a integrazione. 
Nel frattempo, Caf e professionisti abilitati hanno incontrato il 16 settembre il viceministro all’Economia, Luigi Casero. 
Nel corso dell’incontro, Longobardi ha esposto a Casero, a nome dei commercialisti, la contrarietà alle norme che, in caso di visto di conformità infedele sul 730 precompilato dall’Agenzia delle Entrate, addossano ai professionisti abilitati o ai CAF, non solo le sanzioni che sarebbero a carico del contribuente, ma anche l'imposta e i relativi interessi. 
Il presidente chiedendone l’eliminazione ha sottolineando «il palese contrasto con il principio costituzionale di capacità contributiva e le notevoli difficoltà che si incontrerebbero per la copertura assicurativa obbligatoria». 
Un’altra questione che Longobardi ha fatto emergere riguarda la contemplata esclusione dei controlli formali nei soli casi di presentazione della precompilata senza rettifiche, da parte del contribuente o tramite sostituto. Cosa che non viene ritenuta valida nel caso in cui la stessa dichiarazione precompilata senza rettifiche è presentata tramite professionista o CAF. 
Longobardi propone quindi “di uniformare la disciplina, lasciando al contribuente la scelta se far apporre il visto di conformità sulla precompilata inviata, senza modifiche, tramite CAF o professionista. Una soluzione preferibile per esigenze di semplificazione, di uniformità di trattamento e di minimizzazione dei costi per i contribuenti”.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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