Tracciabilità nell’autotrasporto, Zanetti: «La norma va rivista»

Il Sottosegretario all’Economia giudica «confuso» il provvedimento dello Sblocca Italia che, a breve, potrebbe essere anche abrogato
Una norma che “presenta molti profili di criticità” e, in quanto tale, potrebbe essere, a breve, “oggetto di ripensamento, se non di integrale abrogazione”. Sono queste le parole con cui Enrico Zanetti, Sottosegretario all’Economia, commenta la disposizione contenuta nell’art. 32-bis, comma 4, del DL 133/2014 (conv. in L. 11 novembre 2014, n. 164), che introduce l’obbligo, in capo a “tutti i soggetti della filiera dei trasporti”, di pagare esclusivamente con strumenti tracciabili i servizi di trasporto merci forniti da un’impresa esterna, indipendentemente dall’ammontare dell’importo.
Il provvedimento, introdotto al fine di prevenire infiltrazioni criminali e riciclaggio di denaro, impone, inoltre, un obbligo di segnalazione a tutti i professionisti che dovessero avere notizia dell’infrazione, i quali dovranno prontamente comunicare l’operazione al MEF.
Sia per le imprese committenti che per i professionisti, però, lo “Sblocca Italia” non chiarisce gli aspetti sanzionatori connessi alla violazione del nuovo obbligo, alimentando dubbi e perplessità circa la loro effettiva portata.
“In effetti – chiarisce Zanetti –, bisogna riconoscere che si tratta di una norma molto confusa, che non fa chiarezza sui soggetti destinatari degli obblighi e sul sistema delle sanzioni. È una norma inserita in sede di conversione in legge del decreto (con un emendamento presentato in Commissione Ambiente della Camera dalla relatrice Chiara Braga, responsabile ambiente del Pd, ndr) di natura parlamentare, dunque non un’iniziativa strutturata del Governo”.
Una disposizione “scappata” all’attenzione sia dell’Esecutivo che del MEF, che potrebbero decidere di rivederla: “La linea che abbiamo come Ministero dell’Economia – aggiunge il Sottosegretario – è quella di limitare al massimo interventi che vadano a creare delle differenziazioni per categoria, siano essi agevolativi o restrittivi. Il nostro orientamento è quello di assicurare la massima sistematicità alla disciplina antiriciclaggio, per garantire la sua razionalità in fase di applicazione”.
Il provvedimento in questione, evidentemente, non risponde a tale logica e, per questo, potrebbe essere oggetto di correttivi. Nel breve termine, è probabile l’arrivo di una circolare interpretativa del MEF che, come accaduto per il pagamento in contanti dei canoni di locazione, vada a “fare chiarezza con modalità idonee ad eliminare i profili di illogicità che la formulazione confusa della norma può ingenerare”. In prospettiva, invece, servirà “un radicale ripensamento della stessa”, che potrebbe portare anche ad una “integrale abrogazione”.Nel frattempo, dovrebbero arrivare novità anche dal tavolo tecnico sull’antiriciclaggio, presieduto dallo stesso Zanetti e di cui fanno parte, tra gli altri, anche i rappresentanti del CNDCEC (si veda “Il CNDCEC incontra Zanetti, focus su revisione e antiriciclaggio” del 1° ottobre): “Siamo alla conclusione dei lavori – annuncia il Sottosegretario –, entro fine dicembre licenzieremo una proposta di legge, poi si tratterà di individuare il più velocemente possibile un veicolo normativo nel quale convogliarla”.
In arrivo novità dal tavolo sull’antiriciclaggio
Una proposta che porterà “semplificazioni importanti” per i professionisti, sia dal punto di vista degli adempimenti che da quello dei trattamenti sanzionatori: “Finalmente – conclude Zanetti –, c’è stata la comune volontà di sedersi tutti assieme attorno ad un tavolo (oltre a commercialisti, notai e avvocati, ne fanno parte anche MEF, Guardia di Finanza e Banca d’Italia, ndr) e di riconoscere che, agli studi professionali, non può essere applicata tal quale una disciplina palesemente tarata su banche e intermediari finanziari”.
Fonte: Eutekne autore Savino GALLO

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