Rw, semplificazione ai primi passi

Aggregabili i dati delle attività finanziarie omogenee - Possibile l’addio al metodo lifo
Dalla bozza delle istruzioni al quadro RW del modello Unico Enc si capisce che è intenzione dell’agenzia delle Entrate di semplificare la compilazione del quadro, reso ingestibile dall’unificazione dei dati rilevanti ai fini Ivafe con quelli rilevanti ai fini del monitoraggio fiscale.
L’aggregazione
Viene infatti aggiunto, alla fine, il seguente paragrafo: «In presenza di più operazioni della stessa natura, il contribuente può aggregare i dati per indicare un insieme di attività finanziarie omogenee caratterizzate, cioè, dai medesimi codici “investimento” e “Stato Estero”. In tal caso il contribuente indicherà nel quadro RW i valori complessivi iniziali e finali del periodo di imposta e la media ponderata dei giorni di detenzione di ogni singola attività rapportati alla relativa consistenza».
Il prospetto per le Entrate
Questa compilazione semplificata del quadro RW è ammessa a condizione che sia predisposto e conservato un apposito prospetto da esibire o trasmettere su richiesta all’amministrazione finanziaria, in cui sono specificati i dati delle singole attività finanziarie (in conformità ai criteri di valorizzazione delle attività contenuti nella circolare n. 38/E del 2013) e i criteri di raggruppamento di queste ultime. 
Addio al metodo lifo
In pratica, nei casi in cui siano compiute nel corso dell’anno più operazioni aventi ad oggetto titoli che condividono lo stesso codice d’investimento (partecipazioni, obbligazioni, fondi comuni, eccetera), è possibile abbandonare il metodo lifo per calcolare i giorni di possesso di ciascuna attività e utilizzare la media ponderata rispetto alle rispettive consistenze. 
Il metodo può essere, evidentemente, utilizzato per gestire i dossier titoli con elevata movimentazione. Chi ha provato, lo scorso anno, a utilizzare il metodo lifo sa che – con un normale foglio elettronico – l’impresa è impossibile. 
Il metodo semplificato
Il metodo semplificato consisterebbe nelle seguenti fasi (come riportato nell’esempio qui sotto): 
raggruppare gli acquisti, le vendite e le rimanenze finali dei titoli per categorie omogenee, sommando il totale dei valori inziali (rimanenze iniziali acquisti) e dei valori finali (rimanenze finali e vendite); 
calcolare la data media d’acquisto, ponderando le date d’acquisto con i costi d’acquisto; 
determinare i giorni di possesso confrontando le date di vendite (o il 31 dicembre per quelli in rimanenza) con le date medie di acquisto dei titoli venduti o in rimanenza. 
Una riga per categoria
Sarà poi possibile raggruppare ulteriormente le operazioni nel quadro RW compilando una sola riga per ogni categoria di titoli calcolando il periodo medio di possesso ponderato con le consistenze (nell’esempio si sono utilizzate quelle finali).
Il limite
Anche questo metodo, per quanto semplificato, è discriminatorio rispetto al metodo che gli intermediari finanziari italiani usano per l’applicazione dell’imposta di bollo, il che viola il principio della libertà della circolazione dei capitali, come si può desumere dalle contestazioni fatte all’Italia dalla Commissione europea, sempre in tema di Ivafe (procedura di infrazione n. 2012/2157). I conteggi necessari per individuare, ai fini dell’Ivafe, il periodo di possesso di ciascun titolo contenuto in un rapporto di custodia sono molto più gravosi di quelli che sarebbero necessari se fosse sufficiente assoggettare a imposizione il valore complessivo risultante da ciascuna rendicontazione periodica, come avviene per l’imposta di bollo. È auspicabile che gli estensori della modulistica decidano autonomamente (superando le restrittive – ma illecite – indicazioni contenute nel provvedimento delle Entrate 5 giugno 2012) di introdurre questa ulteriore semplificazione. 
Fonte: Il sole 24 ore autore Marco Piazza

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