«Split payment» sulle fatture 2015

Lo split payment, cioè il nuovo meccanismo della «scissione contabile» dell’Iva introdotto dalla legge di stabilità nelle transazioni con la Pubblica amministrazione, si applica alle «operazioni fatturate a partire dal 1°?gennaio 2015», mentre per le fatture emesse prima si applicheranno le vecchie regole anche se il pagamento non è ancora stato effettuato.
Con un comunicato il ministero dell’Economia conferma le anticipazioni pubblicate sul Sole 24 Ore di ieri, e spiega che il decreto attuativo del nuovo sistema, con cui la Pubblica amministrazione paga trattenendo l’Iva e riversandola direttamente all’Erario, è «in corso di perfezionamento». In questo modo si offre una buona boccata d’ossigeno a operatori e amministrazioni, che dopo l’accelerazione impressa dalla versione finale della legge di stabilità avevano visto partire il nuovo regime senza istruzioni ufficiali.
L’indicazione ministeriale toglie parecchi dubbi, dal momento che, soprattutto nei rapporti con la Pubblica amministrazione, la distanza fra emissione della fattura e incasso del pagamento spesso non è breve. Non era chiaro, quindi, se applicare lo split payment alle fatture emesse lo scorso anno ma non ancora pagate, perché «a esigibilità differita» oppure per semplici problemi di cassa. Il confine fra vecchio e nuovo sistema, spiega ora il ministero, passa dalla data di emissione della fattura, e quindi tutto l’arretrato segue le vecchie regole: la decisione semplifica la vita a operatori e professionisti, anche se può comportare qualche problema sul gettito stimato perché la scissione contabile serve a contrastare l’evasione Iva da parte dei privati, e in questo modo lascia però “libere” tutte le fatture emesse negli ultimi mesi del 2014.
I chiarimenti ministeriali non si fermano qui, e indicano anche alle Pubbliche amministrazioni le strade che potranno essere battute per riversare l’Iva all’Erario. Per ora, in realtà, gli enti pubblici si limiteranno ad accantonare l’Iva, in attesa dell’adeguamento dei sistemi di gestione che dovrà avvenire entro il 31 marzo in vista del primo versamento, messo in calendario entro il 16 aprile prossimo. Una volta a regime, poi, gli uffici potranno scegliere fra tre opzioni: effettuare un versamento Iva per ogni fattura divenuta esigibile; prevedere un appuntamento quotidiano in cui girare all’Erario tutta l’Iva delle fatture del giorno oppure stabilire un calendario mensile in cui fissare al 16 di ogni mese l’appuntamento con il versamento cumulativo dell’Iva relativa alle fatture di quel mese.
In ciascuno di questi tre sistemi, a decidere la data di riferimento della fattura sarà l’esigibilità dell’Iva. In base alle indicazioni diffuse ieri dal ministero, il decreto attuativo darà all’amministrazione la possibilità di scegliere se l’Iva è esigibile al momento del pagamento oppure al momento della ricezione della fattura. Chiarimenti ulteriori si avranno con il varo ufficiale del decreto attuativo, che a questo punto è atteso a breve, ma è probabile che la maggioranza delle amministrazioni opterà per l’esigibilità collegata al pagamento, che allunga i tempi e può facilitare la gestione.
Fonte: Il sole 24 ore autore G.Tr.

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