Minimi: modifiche in vista

L’esecutivo al lavoro per variazioni al nuovo regime forfettario
Premessa – Limite dei ricavi da aumentare, sconto sull’imposta sostitutiva e “ritorno” ai contributi previdenziali fissi. Queste le novità in arrivo per il regime forfettario appena entrato in vigore.
Nuovo regime - Il nuovo regime forfettario per le partite Iva ha sollevato un vespaio di polemiche dopo l'approvazione della Legge di Stabilità 2015. Troppo svantaggiose le nuove norme rispetto al “vecchio” regime dei minimi. Un vero e proprio autogol riconosciuto dal primo ministro che già nelle settimane scorse aveva promesso che la norma sarebbe cambiata. Per il momento non c'è ancora nulla di concreto, ma alcune bozze iniziano a circolare. Vediamo allora come potrebbe cambiare il regime dei minimi per le Partite Iva.
Proroga “vecchi minimi” - In realtà, le ipotesi allo studio sono diverse. Fra le ultime, quella formalizzata da un emendamento di Scelta Civica al Decreto Milleproroghe, che propone di lasciare ancora per tutto il 2015 la possibilità di restare con l’aliquota del 5%. In questo modo anche per tutto l’anno in corso sarebbe concesso ai soggetti che aprono partita Iva di beneficiarie della tassazione ultraridotta dei vecchi minimi e con soglie di ricavi o compensi a 30.000 € uguali per tutti. L’obiettivo, in questo caso, sarebbe quello di prendere il tempo necessario per effettuare una revisione completa del regime forfettario, da effettuare nei provvedimenti attuativi delle Delega Fiscale.
Tetti dei ricavi - La seconda ipotesi su cui sta ragionando il Governo è quella di alzare le soglie dei ricavi o compensi in tutti i casi in cui risultino particolarmente penalizzanti. In pratica, alcune categorie (i professionisti, ad esempio), vedono di parecchio abbassata la precedente asticella, che era posizionata a quota 30.000 euro. Anche qui, diverse le soluzioni allo studio, si segnala una proposta del Pd in commissione Finanze alla Camera (firmatari Causi e Sanga) che punta a una soglia minima di 30.000 euro.
Lo sconto sul prelievo - La novità più importante potrebbe tuttavia riguardare l’abbattimento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva, attualmente fissata al 15%, che potrebbe scendere sino al 10%.
Contributi previdenziali - Il costo da pagare per ottenere questo significativo sconto di prelievo passa dall’eliminazione dell’agevolazione per commercianti e artigiani che entrano nel regime forfettario. Ad oggi questi soggetti possono optare per non versare più i contributi minimi, calcolando i propri contributi soltanto sul reddito effettivamente percepito nell’anno.
Intervento legislativo – Le modifiche sembrerebbero all’ordine del giorno nei decreti attuativi della delega fiscale, in programma il 20 febbraio oppure in alternativa per evitare la vigenza dei due regimi contemporaneamente (i minimi al 5% e il nuovo forfait): introdurre le modifiche alle soglie di accesso e all’aliquota d’imposta direttamente nella conversione del decreto Investement compact (l’emendamento sarebbe inammissibile per il milleproroghe in assenza di un differimento di termini) e non intervenire più nel decreto legislativo del 20 febbraio.
Autore: Redazione Fiscal Focus

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