Dividendi. La ritenuta del 26% esclude l’invio

I dividendi da partecipazioni non qualificate detenute da persone fisiche non in regime d’impresa, subiscono una tassazione alla fonte, con una ritenuta applicata direttamente dalla società nel momento della distribuzione.
Per individuare la ritenuta da applicare e il momento in cui applicarla, così come avviene per i dividendi che derivano da partecipazioni qualificate, vale la data dell’incasso e non, invece, quella in cui è sorto il diritto a percepirli. 
È una puntualizzazione importante visto che, con il Dl 66/2014, la ritenuta a titolo d’imposta da applicare su questi redditi è passata dal 20% al 26%, con effetto dal 1° luglio dello stesso anno.
Per determinare, dunque, la corretta tassazione alla fonte da applicare ai dividendi distribuiti nel periodo d’imposta 2014, bisogna basarsi solo sull’effettivo momento dell’incasso. Se il dividendo, infatti, è stato incassato dal socio non qualificato entro il 30 giugno 2014, la ritenuta applicabile dal soggetto erogante è quella del 20%; se l’incasso invece è avvenuto dal primo di luglio 2014 in poi, scatta in ogni caso la maggiore tassazione (26%), indipendentemente dal momento di produzione degli utili distribuiti.
A differenza, quindi, di quanto avviene per i dividendi da partecipazioni qualificate, che trovano un cambiamento di tassazione solo per gli utili prodotti dopo il 2007, per i dividendi non qualificati lo stacco fra una ritenuta e l’altra è netto.
Nel modello Unico 2015, così, comunque, come nei precedenti, i percettori di questa tipologia di reddito non devono inserire alcuna informazione con riferimento ai dividendi non qualificati percepiti, perché nella sezione I-A del quadro RL vanno indicati solamente quelli derivanti da partecipazioni qualificate.
Così come non c’è nessun obbligo dichiarativo, per i dividendi da partecipazioni non qualificate, anche la società non ha nessun obbligo certificativo. Poiché questi redditi sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta, la società non deve rilasciare il modello Cupe, al contrario di quanto avviene, invece, in presenza di dividendi qualificati.
Fonte: Il sole 24 ore

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