Rendiconti finanziari, meglio l’anticipo

Opportuna la redazione fin da quest’anno per prepararsi al nuovo obbligo
Meglio anticipare gli effetti della riforma contabile che recepisce la direttiva 2013/34 per non trovarsi impreparati agli impatti che questa avrà nei bilanci di apertura 2016.
Le innovazioni non riguarderanno solo la contabilità e la presentazione del bilancio ma gli effetti coinvolgeranno anche i sistemi informativi e saranno richieste delle nuove competenze agli operatori. Senza dimenticare che il bilancio del 2016 richiederà di adattare i dati comparativi dell’esercizio precedente e alcune considerazioni sono necessarie già dall’anno in corso.
Anche se la non retroattività delle norme è un principio generale dell’ordinamento italiano e, dunque, tutte le nuove disposizioni entrano in vigore dal 1° gennaio 2016, questo decreto impatta i dati di apertura del nuovo esercizio.
Quindi, considerando che alcuni nuovi criteri di misurazione potranno comportare volatilità nel conto economico - la valutazione al fair value dei derivati – e che l’iscrizione/cancellazione di voci di bilancio potrebbero modificare il patrimonio netto di apertura al 1° gennaio 2016 – fair value, eliminazione delle azioni proprie e dei costi di pubblicità e di ricerca applicata, abolizione del valore costante delle attrezzature, l’evidenziazione di operazioni con società sottoposte al controllo delle controllanti - risulta necessario valutare fin da ora gli impatti derivanti dal primo recepimento della novellata normativa.
Rendiconto finanziario
già dal 2015
Il nuovo decreto impone la redazione del rendiconto finanziario dal bilancio 2016 ma, di fatto, il nuovo articolo 2425-ter del Codice civile prevede che i flussi finanziari contenuti nel prospetto si riferiscano all’esercizio in corso e a quello precedente. Dunque si suggerisce di sottoporre all’approvazione dell’assemblea anche il rendiconto finanziario 2015. Si ricorda che l’Oic 10 dispone di redigere il rendiconto finanziario già dai bilanci 2014.
Qualora l’impresa dovesse predisporre per la prima volta il rendiconto finanziario nel 2016, potrebbe trovarsi ad affrontare criticità contabili per individuare i dati comparativi dell’esercizio precedente. La redazione del rendiconto finanziario non impatta soltanto la contabilità generale e le imprese dovranno stabilire con quali modalità fornire le informazioni richieste circa il reperimento e l’utilizzo delle risorse monetarie.
Per fare questo potrebbero trovarsi di fronte ad alcune criticità informative e dunque è importante attrezzarsi fin d’ora alla predisposizione dello schema di rendiconto finanziario e al reperimento delle informazioni circa la quantificazione dei flussi di cassa generati e assorbiti dall’attività operativa, dall’attività di finanziamento e dall’attività di investimento.
Modifiche agli schemi
La normativa introduce diverse novità nelle classificazioni delle voci di bilancio.
Nello stato patrimoniale scompaiono azioni proprie (portate a diminuzione del patrimonio netto), conti d’ordine e aggi e disaggi di emissione. In compenso si introducono specifiche voci per i derivati attivi e passivi e per le operazioni intrattenute con le imprese sottoposte al controllo delle controllanti e, nel passivo, si introduce la riserva per le operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi tra le voci del patrimonio netto.
Nel conto economico gli oneri e i proventi straordinari sono aboliti: dal 2016 in poi sparisce la classe E del conto economico e i componenti eccezionali saranno spiegati nelle note al bilancio.
Vengono apportate modifiche alle voci dei proventi finanziari per evidenziare i rapporti con le imprese sottoposte al controllo del controllante e nella classe D del conto economico si introducono gli oneri e i proventi che derivano dalla valutazione al fair value dei derivati.
Queste modifiche comporteranno impatti concreti fin d’ora, perché le imprese dovranno conformare i propri sistemi informativi per adeguare il proprio piano dei conti.
Fonte: Il sole 24 ore autore Antonella Portalupi

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