Al via l’operazione trasparenza sulle risposte agli interpelli

Le Entrate pubblicheranno le interpretazioni fornite dalle strutture centrali
Da un lato la trasparenza. Dall’altro la chance di poter disporre su una conoscenza generalizzata delle interpretazioni di prassi. Le risposte fornite dalle strutture centrali a partire da settembre saranno pubblicati in forma anonima in una sezione dedicata del sito delle Entrate. A prevederlo è il provvedimento 185630/2018 firmato ieri dal direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini.
Un’apertura ad ampio raggio e solo con qualche eccezione morivata da ragioni di privacy. Saranno interessati dall’operazione disclosure le risposte a tutti gli interpelli disciplinati dallo Statuto del contribuente (legge 212/2000): ordinario, probatorio, antiabuso e disapplicativo). Il perimetro si estenderà anche agli interpelli relativi ai nuovi investimenti e alle consulenze giuridiche nei confronti delle associazioni di categoria e di altri enti. Resta fermo un principio di fondo: le risposte che contengono chiarimenti interpretativi del tutto nuovi , modificano l’orientamento adottato in precedenza o garantiscono più uniformità di comportamento saranno comunque trasposti in circolari e risoluzioni (queste ultime due tipologie continueranno a essere pubblicate, oltre che sul sito delle Entrate, anche nella banca dati del servizio di documentazione economica e finanziaria). Tanto per avere un’idea in termini di ordini di grandezza, tra il 2016 e il 2017 sono state poco meno di tremila le risposte a interpelli.
La scelta di individuare il perimetro della pubblicazione in relazione alle risposte fornite dalle direzioni centrali è motivato dal fatto che gli uffici preposti delle Direzioni regionali devono comunque «trasmettere alle strutture centrali le istanze presentate in tutti i casi in cui il quesito verta su fattispecie per le quali non sussistano precedenti di prassi, nonché nei casi di incertezza e complessità». Del resto, sottolinea il provvedimento, «la trattazione delle istanze di interpello a cura delle strutture regionali è limitata alle ipotesi in cui le Direzioni centrali competenti si siano già pronunciate sulla fattispecie oggetto del quesito».
Non saranno pubblicate le risposte agli interpelli per l’accesso al regime dei neoresidenti (i cosiddetti «Paperoni»), in quanto «l’appuramento della sussistenza dei requisiti per l’accesso al regime, basata sul riscontro di elementi di fatto che attengono alla residenza di una persona fisica, configurerebbe ipotesi di violazione del diritto alla protezione dei dati personali».
In ogni caso, però, le strutture centrali dovranno garantire la pubblicità solo dei proncipi di diritto contenuti nella risposta, evitando qualsiasi riferimento anche alla fattispecie oggetto del quesito, quando la diffusione può creare pregiudizio concreto a un interesse pubblico o privato.
Fonte: Il sole 24 ore autore G. Par.

Commenti